PAGLIUCA PERCASSI ATALANTA INTERVISTA - Il proprietario dell'Atalanta, Stephen Pagliuca, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di CBS Sports in cui parla del suo rapporto con la Dea e la relazione con la famiglia Percassi.
"La famiglia Percassi è uno dei grandi motivi quando abbiamo deciso di puntare sull'Atalanta. Li abbiamo conosciuti tramite un mio partner in Italia, Luca Bassi, e c'è stato feeling. Stavano cercando di costruire una squadra e un brand globale come abbiamo fatto noi con il Celtics. Io ho origini italiane, quando sono stato a Bergamo mi sono sentito proprio come a casa, le persone sono incredibili e vivono davvero per la loro squadra. Sono diventato un fan del calcio, negli anni 70 vivevo in Olanda, non c'erano altri sport e la televisione non faceva vedere molto".
"La chiave è il fantastico lavoro dei Percassi è quello che hanno fatto con la loro academy, ci sono oltre 400 ragazzi tra i 6 e i 16 anni, per una città così piccola il settore giovanile è fondamentale. Poi con lo scouting sono riusciti a trovare calciatori come Hojlund e Lookman, per provare a competere con tutti.
Vent'anni fa con i Celtics non c'era un dipartimento di statistiche, abbiamo deciso di aggiungerlo noi. È stato un successo per la nostra strategia, per lo scouting, per acquistare calciatori. Stiamo facendo lo stesso con l'Atalanta, il grande lavoro fatto da Percassi e Congerton... Lui ha grande esperienza in Premier League, Luca ha giocato nel Chelsea, sanno quello che devono fare”.
"Sì, sono andato con Luca e Lee (Percassi e Congerton, ndr) sua madre ci ha detto che è stata una grande calciatrice, ha giocato in USA nel New Hampshire e aveva molti amici. Gli abbiamo proposto dei biglietti per vedere i Celtics una volta che la stagione sarà finita. Hojlund ha un fisico impressionante, quando l'ho incontrato sono rimasto sorpreso avesse 19 anni, fisicamente era più forte di alcuni giocatori dell'NBA che abbiamo qui. È 1,91, è veloce, è sinistro, il nostro scouting ha fatto un grande lavoro, lo volevamo davvero molto".
"Abbiamo avuto tutti qui, gli abbiamo regalato un pallone da basket dei Celtics, autografato, che ha in ufficio. Lo staff ha assistito a una parte, Gasp si è seduto a bordo campo, al centro dell'azione. Ha incontrato i nostri allenatori e confrontato le schede, ci sono delle somiglianze per aiutare i giovani a migliorare, crescere con talento".
L'allenatore Gasperini sarebbe come Marcus Smart, è duro, si allena, vuole disciplina, si tuffa sulle palle vaganti. Ecco, sarebbe lui".
"Sono molto onorato e contento, mi riporta indietro alle mie radici, da dove viene mio padre. C'è sempre emozione quando torno in Italia, c'è una parte della mia famiglia lì, in montagna. La famiglia Percassi si è comportata in maniera fantastica.
Sono incredibili, mi sembra molto i tifosi dei Celtics. Vengono tutti allo stadio, cantano tutta la partita, qualsiasi sia il risultato. Ogni bambino a Bergamo viene omaggiato con una maglietta. Il club è un collante per la community".