ATALANTA GASPERINI PASSATO FUTURO- L'Atalanta di Gasperini sta, più che mai, affrontando un periodo di cambiamento. La stagione 2022/23, infatti, ha visto molte delle certezze costruite sotto Città Alta sgretolarsi ai colpi dei giovani rampanti della Dea. Scopriamo la "nuova" Atalanta, tra il passato e il futuro di Gasperini e delle sue idee.
Zapata, Muriel, Toloi, Palomino, Djimsiti, Hateboer, de Roon. Sono alcuni dei nomi che, nel recente passato, hanno reso grande il nome dell'Atalanta. Tanto da esportarlo in Europa, dove è diventato sinonimo di programmazione e, perché no, di buon calcio.
Lentamente ma inesorabilmente, tuttavia, molti di questi veri e propri idoli della città stanno perdendo la propria centralità nei progetti futuri della Dea. Chi per infortuni (vedi lo sfortunato Zapata), chi per scelta tecnica, chi per il naturale scorrere del tempo, che non garantisce al 100% le doti atletiche richieste dalle idee del tecnico orobico.
La domanda sorge spontanea. L'Atalanta può fare a meno di loro? La risposta non è semplicissima ma, al momento, sembrerebbe di no. Anche se, ovviamente, in modi diversi.
Se un rinnovamento e un ringiovanimento è, in qualche modo, inevitabile, infatti, la rosa del Gasp formata dai nuovi arrivi (Lookman e Hojlund su tutti, ma non solo) ha dimostrato qualche limite nell'interpretare il vero spirito dell'Atalanta. In cambiamento, certo, ma pur sempre basato sui concetti basilari che la "banda Zapata" conosce bene.
Lo dimostra il fatto che alcuni di loro (de Roon su tutti) sono ancora i perni dell'11 titolare dei neroazzurri e che altri (Pasalic e, parzialmente Djimsiti e Palomino) sembrano comunque imprescindibili nelle rotazioni del tecnico. Cosa sta cambiando dunque? Il cambiamento in atto ha colpito, soprattutto la trequarti offensiva dell'Atalanta, dove Muriel e Zapata, un tempo coppia inarrestabile, spesso condividono malinconicamente la panchina.
Attenzione però: il calo (forse inevitabile e fisiologico) delle prestazioni del giovane Hojlund e della sopresa Lookman sta parzialmente rilanciando i due colombiani che, lentamente, stanno recuperando forma e intesa, dimostrando che l'affiatamento, l'esperienza e il conoscere a memoria un gioco ormai del tutto "loro" sono armi a cui Gasperini difficilmente potrà rinunciare per il prosieguo della stagione.
Il passato, dunque, sembra pronto a ritornare prepotentemente a chiamarsi presente.
Un Gasperini nervoso durante la sessione del calciomercato dell'estate 2022 ha guidato la società, illuminata dal lavoro illuminante di uno scouting di primissimo livello, ad acquisti che parevano azzardati. E che, ancora una volta, si sono rivelati più azzeccati che mai.
L'involuzione del gioco e dei risultati della rosa della stagione 2021/22 aveva convito il mister a dover rinnovare: servivano nuove leve da catechizzare con entusiasmo ai sacrifici richiesti dallo splendido (ma logorante) gioco di Gasperini.
Spazio dunque ai vari Scalvini, Okoli, Lookman, Boga (non proprio un nuovo arrivo, ma tale è da considerare visto il rendimento), Ederson, Ruggeri e, soprattutto, Hojlund. Citiamo alcuni dei "nuovi atalantini", ma potremmo aggiungerne qualche altro.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la Dea ingrana, gioca, vince. Si iscrive alle posizioni più alte della Serie A e, fino alla seconda parte della stagione 2022/23 sembra non volerle abbandonare. Lookman è un realizzatore inarrestabile, un centrocampista laterale d'attacco perfetto per le esigenze del tecnico. Hojlund, giovane scommessa, gioca da veterano e sfrutta la sua dirompente fisicità per imporsi nel massimo campionato nazionale a suon di gol e prestazioni clamorose. Scalvini si commenta da solo: giovane, determinato, in grado di giocare da difensore o da centrocampista. Lo vuole mezza Europa, questo basta per capire quanto sia stata vinta la scommessa.
Il "nuovo" mette in panchina il "vecchio" e la Dea sembra correre, come un giovane adulto che ha ritrovato l'entusiasmo per la fatica, il sudore e la vittoria. Poi, però, qualcosa si ferma. La Dea rallenta. Pareggia, perde. Non segna e non vince più come era ed è abituata a fare. Lookman si ferma, Hojlund sembra appannato, preoccupato. Normale per un giocatore della sua età. I suoi movimenti non sembrano quelli dell'attaccante che serve al Gasp.
Spazio, dunque, ai "vecchi" e Zapata mostra al "ragazzo" cosa significa caricarsi sulle spalle una squadra in difficoltà. Lo insidia. Arriva a rubargli il posto. In panchina le facce malinconiche sono quelle di Lookman e Hojlund, con i due colombiani alla riscossa.
Eppure, guardando la Dea, la cesura non sembra così netta...
Cosa abbiamo imparato? Abbiamo imparato che l'Atalanta è entrambe le anime che ci ha mostrato. La Dea è ancora quella che aveva stupito in Champions League, aggrappata a Zapata, Muriel Ilicic. Ma è anche quella delle novità, che corre con l'esplosività di Hojlund ed esulta con la prepotenza di Lookman.
E così, cara Dea, sei bellissima.
Il futuro, con il passato e il futuro che si prendono per mano e guidano la Dea a nuovi fasti pare, oltre che luminoso, anche divertente per ciascun tifoso neroazzurro.
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