MAEHLE ATALANTA GASPERINI - Dal ritiro della Nazionale danese, Joakim Maehle ha parlato in conferenza stampa. Tra le domande postegli ce ne sono state alcune dedicate anche al suo ambientamento al Wolfsburg. Il difensore ha risposto facendo un confronto con i due anni trascorsi all’Atalanta e parlando del rapporto con Gian Piero Gasperini. Queste le sue parole.
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"Avevo bisogno di una nuova sfida nella mia carriera. All'Atalanta ero uno di tanti, mentre al Wolfsburg sono più parte di una squadra e c'è più umorismo e unità nello spogliatoio. All'Atalanta l'allenatore decideva tutto. Non c'era libertà. Anche se vivevo in un bel posto e il tempo era bello, non avevo il tempo di godermelo perché passavamo tantissimi giorni e ore al centro di allenamento. Stavamo insieme ininterrottamente per due o tre giorni solo per giocare una partita. È stato molto duro mentalmente".
"L'allenatore decideva davvero tutto. Se avevamo una doppia seduta di allenamento, nel pomeriggio diceva che dovevamo rimanere a dormire al centro la sera perché pensava che dovessimo farlo. È uno stile di gestione diverso da quello a cui ero abituato. Si potrebbe definire "gestione della paura". Ho sperimentato il livello massimo di cattiva gestione, o comunque la si voglia chiamare, ma almeno ora sono preparato a ciò che incontrerò in seguito. Sono stato criticato da Gasperini anche perché Rasmus Højlund veniva in macchina con me all'allenamento, cosa che avevo concordato con la società. Dopo un po' ci si arrabbia e ci si stanca. La sua potrebbe essere definita una gestione dittatoriale, basata sulla paura. Non ero abituato a tutto questo".