PASALIC ATALANTA CELTIC CONFERENZA STAMPA - Alla vigilia della sfida di Champions League contro il Celtic, Mario Pasalic ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa e ai microfoni di Sky, condividendo il suo entusiasmo e la determinazione della squadra per questo importante appuntamento europeo. Il centrocampista croato ha parlato della preparazione dell'Atalanta, sottolineando l'importanza di sfruttare al meglio il fattore campo al Gewiss Stadium e mantenere la giusta mentalità contro un avversario di grande tradizione come il Celtic
"È sempre bello sentire la musica della Champions. In passato abbiamo già giocato partite importanti, domani sarà una di quelle. Abbiamo fatto bene nelle prime due giornate, vogliamo continuare così. Siamo partiti bene, vincendo domani potremo fare un grosso step in avanti per la qualificazione ma servirà guadagnare quei punti sul campo. Dovremo essere pronti, concentrati, attenti dietro perché loro attaccano con tanti uomini. Poi davanti sono sicuro che potremo fare male".
"Un po' sì, è un gol storico, essere il primo a raggiungere questo traguardo vedendo i nomi degli altri croati importanti e con carriere incredibili mi rende orgoglioso, soprattutto perché sono un centrocampista. È un dato veramente bello per me".
"Abbiamo una rosa con gente che può adattarsi a tanti ruoli e lo spirito non ci manca mai. Così faremo anche domani".
"Noi che siamo qua da un po' conosciamo già tutto, soprattutto quello che chiede il mister e cerchiamo di aiutare i nuovi ad adattarsi. Arriviamo da un anno pazzesco, dovremo essere sempre al 100%".
"No, non l'ho mai pensato. Cerco sempre di fare il bene della squadra, quando arriva un traguardo storico è sempre bello soprattutto guardando la lista dei giocatori (i croati che hanno segnato nel nostro campionato, ndr) che sono tutti attaccanti. Non ho obiettivi personali, penso sempre alla squadra, penso a fare sempre il meglio".
"Sto bene qua a Bergamo, sono sette anni che sono qui. Quando sono arrivato volevo trovare una squadra dove stare molti anni, in cinque anni avevo cambiato tanto, a volte non ricordo nemmeno i compagni con cui ho giocato: è davvero bello stare qui".
