Gasperini: "Volevo andarmene, ma sono restato per i tifosi. Mercato? Non è stato fatto quanto ho chiesto"

3 Luglio 2022
- di
Arianna Botticelli
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GASPERINI ATALANTA INTERVISTA FUTURO - Queste le parole di Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Atalanta, intervistato da La Gazzetta Sportiva in merito alla prossima stagione e ai movimenti di calciomercato della Dea.

Atalanta, l'intervista a Gian Piero Gasperini sul futuro

"Con i Percassi c’è un rapporto reciproco di stima e gratitudine che non mancherà mai. Ho anche detto loro: “Forse sono io quello che deve andare via”. Ma non hanno voluto assolutamente accettare la soluzione. Ora ci unisce lo slancio per ripartire. L’ingresso degli investitori americani per me è stata a una grande emozione, per loro un’occasione fantastica. Aver fatto conoscere l’Atalanta nel mondo, fino a Boston, grazie alla squadra, è stato un percorso fantastico. Nei fatti, per me, non cambia nulla. Ho parlato una volta sola, per 5 minuti, con Pagliuca quando è venuto a una partita. Se sono ancora qui è per il forte legame con la città. Durante l’ultima partita con l’Empoli, ho percepito forte la richiesta della gente: “Rimani a Bergamo”. Questa cosa ha condizionato le scelte, perché io ero veramente pronto a lasciare, se la società avesse voluto. Questo affetto e questa fiducia mi hanno trattenuto. Il mio impegno sarà moltiplicato per ricambiare".

Sul calciomercato della Dea

"Abbiamo avuto delle vendite importanti, degli introiti notevoli dalla Champions, ma siamo rimasti molto statici, soprattutto davanti. Di esterni almeno ne sono passati una ventina, puoi dire che non li abbiamo azzeccati. Davanti invece siamo rimasti gli stessi e nel frattempo abbiamo perso Gomez e Ilicic, Zapata si è infortunato. Le squadre si migliorano quando si rafforzano in attacco. Non è un caso che l’Inter abbia ripreso Lukaku e cerchi Dybala, che la Juve abbia investito tanto su Vlahovic. Milan e Napoli uguale. Questo è stato il mio scontro e il mio rammarico: siamo rimasti uguali solo perché segnavamo tanti gol. E invece, soprattutto negli ultimi due anni, con le risorse a disposizione, era il momento giusto per immettere un nuovo campione, come Gomez ed Ilicic. Sono arrivati altri profili.  L’Atalanta ha speso, ma in attacco non è stato fatto ciò che chiedevo: inserire un pezzo, poi un altro... E ci siamo ritrovati a fare tic-toc al limite per 60’, senza entrare in area, senza calciare, strappare una punizione, un rigore... E in contropiede ci facevano gol".

Sulla prossima stagione

"Sarà un'Atalanta da battaglia, animata da spirito di rivincita. Uscire dalle coppe ci ha dato rabbia. Vedremo che squadra nascerà. Oggi sul mercato l’Atalanta è come in campo: dinamica, coraggiosa, si sbatte, non resta rintanata a Zingonia. Non ha ancora chiuso un affare, ma non ho nulla da rimproverare. Come alla squadra".

Su Zapata

"È arrivato, farà subito una risonanza. Dovrebbe aver superato l’infortunio che lo ha condizionato a lungo. Sta bene. Nelle ultime partite rinunciava a calciare e a scattare. Un attaccante non può bluffare: dev’essere a posto per rendere al massimo". 

Sull'esclusione dalle Coppe europee

"Nuove energie avrebbero aiutato. Un campione avrebbe portato nuovo entusiasmo e stimolato la competitività. Siamo rimasti troppo a lungo gli stessi. Toloi, De Roon, Freuler, Djimsiti sono lì da prima che arrivassi io. I miei scontri in tema di mercato sono nati sempre dalla stessa esigenza: non restare fermi".

Su Boga

"Il problema di Boga è il costo. Fosse costato quanto lo ha pagato il Sassuolo, saremmo tutti contenti. Ha dribbling, scatto, tecnica. Ma è stato pagato come un campione carismatico e decisivo. Al momento è un giocatore individuale e basta. Ma è giovane e imparerà".

Un appello ai tifosi

"Bergamo non può gonfiarsi la bocca: “Torniamo in Champions”, altrimenti non è più Bergamo. Avere l’ambizione di ripeterci è scontato, io non parlo di traguardo salvezza, ma non possiamo avere la convinzione di essere una big. Noi non siamo un big. Lavoriamo per diventarlo. E intanto diamo battaglia. Ci divertiremo".

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