L'esodo a Roma del mondo Atalanta: il bello del calcio "antico", tra Bergamo e la Capitale

16 Maggio 2024
- di
Redazione AT
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Tempo di lettura: 2 minuti

ATALANTA JUVENTUS FINALE COPPA ITALIA BERGAMO- Un'immagine. Su uno dei tanti Frecciarossa che lasciano Bergamo e provincia verso la Capitale. Verso uno stadio, una città, un sogno. L'immagine è quella di un bambino, 5 anni ci dice il papà. Sorride e piange insieme, con la maglia dell'Atalanta marchiata Bergamo, con i contorni della città come unica decorazione. Una di quelle che i tifosi nerazzurri indossano quotidianamente, a migliaia, tra la città, le valli, la pianura. Piange e sorride: l'emozione di assistere a qualcosa di storico è la passione che lo muove. Come tanti uomini, tante donne, tanti giovani e tanti anziani che stasera alle 21 bloccheranno Bergamo. Comunque vada la finale di questa Coppa Italia contro la Juventus, cara Atalanta, hai già vinto.

La semplicità delle cose "antiche" nel calcio moderno : grazie, Atalanta

Ha ragione il Mister. Un modo diverso di vivere un calcio sempre più proiettato a bilanci, giocatori-star e biglietti inaccessibili alla gente comune esiste. Esiste eccome. Difficile, magari. Ma c'è. E lo testimoniano gli occhi pieni di gioia del bimbo sul treno. Accompagnato da un papà che gli spiega quanto è importante la passione sportiva e di come l'Atalanta sia, in tutto e per tutto, Bergamo.

Accanto a loro ci sono 4 ragazzi con le sciarpe della Juventus. Non un sfottò, non una parola di troppo. Si percepisce solo voglia di arrivare, di divertirsi, di vincere o perdere insieme.

Bergamo vivrà, dopo anni difficili, una serata magica. Con tanto di maxi schermo in centro e bagno di folla previsto nonostante la pioggia.

Si sorride, sul treno, quasi interamente nerazzurro. Manca poco a Roma. A un sogno. A una vittoria sperata e desiderata ma che, al di là del trofeo, è già stata ottenuta. Riunendo un popolo, una provincia, una città e diverse generazioni sotto gli sventolanti colori della Dea.

Da un Frecciarossa lanciato verso Roma,
Martino Cardani

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