ATALANTA PAGELLONE 2023- Il primo giorno dell'anno è l'occasione per iniziare a pensare a quanto appena passato. L'Atalanta ha vissuto un ottimo anno solare 2023, con la qualificazione all'Europa League nella stagione 2022/23 e la qualificazione agli ottavi di finale della competizione nella stagione in corso. Ecco i voti per i 365 giorni appena trascorsi: il pagellone a cura della redazione di AtalantaLive.it.
Due nomi. Giorgio Scalvini e Ademola Lookman. Un difensore e un attaccante, simboli dell'Atalanta del 2023. Il primo, ennesimo gioiello del settore giovanile di Zingonia, è cresciuto fino a meritarsi il titolo di Golden Boy Italiano dell'anno. Prezzo alle stelle, prestazioni maiuscole, gli occhi di mezza Europa su di lui. Solido, forte, duttile: sa giocare da difensore, ma anche da centrocampista, non disdegnando inserimenti offensivi e con il vizio del gol. Determinante per il presente e il futuro dell'Atalanta.
Il secondo, attaccante, è arrivato quasi in sordina. Eppure Lookman è diventato la pedina fondamentale dell'Atalanta versione 2022/23. Capocannoniere della squadra, ancora nei momenti di alti e bassi che ha caratterizzato l'andamento della Dea.
Meritano il voto migliore della rosa bergamasca, simboli della crescita di una squadra che ha saputo cambiare per guardare al futuro.
Koopmeiners, de Roon: i cuori pulsanti dell'Atalanta. Appena sotto ai migliori ma, non per questo, meno decisivi. Olandesi, centrocampisti, anima del gioco del Gasp. Simili, ma diversi. De Roon è capitano, simbolo della Dea. La maglia neroazzurra cucita sulla pelle, il sudore e il sacrificio al servizio della "sua" squadra. Imprescindibile. Koopmeiners è, forse, il giocatore con maggior talento e spunto della rosa dell'Atalanta. Classe internazionale, visione di gioco fuori dal comune, le trame orobiche poggiate spesso sulle sue spalle. Piace a tanti, ma ambiente e tecnico lo sanno: la Dea senza di lui sarebbe un'altra squadra. Voto da top, per un giocatore top.
Hojlund: merita 8, anche se non è più di casa a Bergamo. Volato a Manchester con una plusvalenza monstre, ha garantito gol e pericolosità nella stagione 2022/23 e, certamente, una buona fetta di sicurezza nel bilancio delle prossime stagioni. Non male, per un ragazzo voluto dai bravissimi osservatori della società.
Toloi. Leader della difesa della Dea, ha giocato una stagione, quella 2022/23, che l'ha confermato agli altissimi livelli a cui si è attestato durante la stagione. Rendimento leggermente in calo nella stagione in corso ma, senza dubbio, pedina fondamentale per gli equilibri dei bergamaschi. Con la Nazionale premio per la sua costanza.
Ruggeri. L'ennesimo gioiello made in Bergamo trova spazio da subentrato, prima di conquistarsi la maglia da titolare. La stagione 2023/24, iniziata alla grande, pare essere quella della consacrazione. La caratteristica principale di questo esterno, tecnico e con ottime doti da crossatore? La costanza. E siamo solo all'inizio.
Musso, Zappacosta, Hateboer, Djimsiti. Un blocco di giocatori importanti, limitati però nel ruolo attivo nella squadra per svariati motivi. Infortuni, soprattutto. Ciascuno di loro, in ogni caso, ha dimostrato che, quando al meglio, può essere fondamentale nello sviluppo delle trame che rendono unico il gioco di Gasperini. Il motivo di un voto più che sufficiente, ma non eccelso? I troppi momenti di scarsa costanza nel corso delle stagioni.
Pasalic ed Ederson: altri due centrocampisti meritano 7. Il primo, che non ha giocato la miglior stagione nel 2022/23, sta facendo benissimo in quella in corso, complice anche l'adattamento a un nuovo ruolo. Che, a questo punto, pare fatto per lui. Parola del Gasp. Il secondo, importantissimo per dinamismo, idee e tecnica nella costruzione del gioco atalantino, dà sempre l'impressione di poter dare quel qualcosa in più che lo renderebbe un fuoriclasse. Troppo spesso, però, quella sensazione resta tale e lui deve accontentarsi di un discreto.
Bravo anche Scamacca: il 7 è per la sfortuna delle troppe assenze. Quando ha giocato al 100% ha fatto vedere che il voto, in prospettiva, può essere ben più alto.
Un buon 7 anche a Okoli. Giovane, di prospettiva, ha saputo dire la sua quando chiamato in causa, dimostrando ancora una volta la bontà del lavoro del settore giovanile.
Muriel: sembra sempre dover partire, lasciare Bergamo. Poi resta e, anche se con un ruolo spesso marginale, riesce a stupire. Sì, perché la sua esperienza ma, soprattutto il suo talento, sono infiniti. Con un po' più di costanza...Tutt'ora è, e sarà sempre, un simbolo della storia dell'Atalanta.
I sufficienti. Quelli che hanno fatto bene, ma non benissimo. Non andando oltre il compitino. Limitandoci al campo potremmo dare la sufficienza a Maehle, che non è mai dispiaciuto a chi scrive, a Demiral (arrivato con altre idee e progetti ma, comunque, positivo), a Soppy (deve ancora esplodere) e a Zortea.
Un 6 a Zapata, martoriato dagli infortuni e passato al Torino. La sua forza è costata cara alla Dea ma, che fosse forte, non lo scopriamo certo noi.
Voto 5 a Palomino: al di là della questione doping, che ha rovinato la sua stagione, il difensore argentino ha perso di efficacia e sicurezza. Complici tanti infortuni e un'annata non certo facile da gestire. Tra acciacchi e quanto sottolineato ha perso il posto in squadra e, sembra, anche la fiducia incondizionata del mister.
Male anche Boga, ceduto in Francia dopo non essere stato in grado di confermare le belle speranze riposte in lui, se non in sporadici lampi.
Martino Cardani