ATALANTA CRISI - Nel corso degli anni recenti, l'Atalanta si è spesso trovata nella condizione di dettare legge e di imporre la propria forza sugli avversari. Tutti noi abbiamo imparato ad apprezzare l'operato di Gian Piero Gasperini e dei suoi intercambiabili adepti, riusciti appena qualche mese fa a sollevare nel cielo di Dublino una coppa tanto prestigiosa quanto impronosticabile. Questa considerazione così positiva verso la compagine bergamasca non manca nemmeno con riferimento all'anno corrente ed è giusto che sia così. Detto questo, è altrettanto lecito far passare sotto la lente di ingrandimento il brusco rallentamento accusato dalla Dea negli ultimi 6 impegni di Serie A.
Come evidenziato da La Gazzetta dello Sport, si registra appena una vittoria (contro il Como - n.d.r. -) nelle ultime sei uscite in campionato a fronte di 4 pareggi e un KO (contro il Napoli - n.d.r. -). A pensarci, questo dato stride con le 11 vittorie di fila inanellate appena qualche settimana fa e che sembravano aver definitivamente consolidato gli orobici a pretendenti al tricolore.
Considerati tutti questi dati, sorge spontaneo un interrogativo: da cosa deriva questo violento cambio di marcia? In primo luogo, una sadica concatenazione di infortuni ravvicinati: persi per il resto della stagione i già poco presenti Giorgio Scalvini e Gianluca Scamacca, i lombardi hanno dovuto fare i conti con i guai fisici di Odilon Kossounou, Sead Kolasinac, Marco Carnesecchi e Ademola Lookman, tutti assenti per un numero non irrilevante di impegni.
Basta leggere il tenore di questi nomi per capire che anche la squadra costruita con la miglior programmazione incasserebbe il colpo. Se poi ci aggiungiamo la considerazione secondo la quale i big dello spogliatoio quali Marten De Roon ed Ederson sono entrati in un periodo di leggera flessione, il risultato non può che essere drasticamente controproducente.