GASPERINI ATALANTA INTERVISTA RITIRO - Queste le parole di Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Atalanta, intervistato da Sky Sport durante il ritiro della Dea a Clusone.
“Contento del mercato? Demiral era già qui l’anno scorso, dei nuovi è arrivato Ederson. Sono molto contento dell’acquisto ma il mercato è appena iniziato. Pinamonti? Domani si allena con noi?".
“Per il primo anno ci sono giocatori a scadenza di contratto che nonostante ciò hanno difficoltà a trovare squadre, anche se hanno grande valore. Bernardeschi è un nazionale, ma anche Belotti, Dybala… è una anomalia del nostro calcio. Penso che molto sia dovuto agli esuberi che ci sono in rosa per molte squadre e l’obbligo di avere numeri limitati, soprattutto per gli stranieri. E questo crea qualche problema alle squadre e anche a questi calciatori, che in altri tempi avrebbero trovato subito squadra”.
“Quello che è successo all’Atalanta è stato qualcosa di straordinario. Una piccola squadra che faticava a stare nella parte sinistra della classifica e che poi è riuscita a fare risultati che l’hanno messa al pari delle big, con palcoscenici importanti in Europa, specie in Champions, e ci hanno conosciuto anche in America. È stato un percorso straordinario e difficilmente ripetibile, ma questa è la gratificazione importante. Questo è l’anno zero, forse anno uno, e speriamo di proseguire questa cavalcata”.
“È una anomalia nel calcio. Non posso far altro che essere grato alla società, alla presidenza, a Bergamo e ai giocatori. Pro e contro? La stabilità sicuramente, il conoscerci particolarmente bene e avere fiducia reciproca nell’ambiente, con empatia e senso di appartenenza. La difficoltà è che sette anni sono tanti. Con la maggior parte del gruppo abbiamo fatto un lungo percorso insieme, sono subentrati affetti particolari e non sempre con la costruzione della squadra è facile portarli avanti all’infinito. Per come l’abbiamo fatto, è quello che ha dato più valore e ci ha fatto conoscere ovunque. Il come è sempre importante, possono esserci risultati saltuari ma qui si sono protratti. L’apprezzamento per come abbiamo disputato certe partite con squadre così forti in Italia ed Europa è quello che ci ha reso più orgogliosi”.
"Forse anche negli anni precedenti si era creata questa prospettiva. Quando se ne vanno i migliori non è un grandissimo segnale. Quando è arrivato Ronaldo sembrava ci fosse un'inversione di tendenza, con l'Italia che riportava i top, ma ora forse c'è un momento che fa riflettere sulla forza e la competitività del nostro campionato. Inghilterra, Germania e Spagna hanno valori e forze maggiori rispetto a noi. Ci sono più soldi e noi dobbiamo valorizzare il nostro campionato e la nazionale. Sono contento quando si scoprono giovani italiani, spesso non riusciamo a prendere nemmeno i giovani stranieri migliori".
"I giovani che Mancini ha buttato in campo con coraggio la loro parte la fanno sempre. Vengono fuori buoni risultati ma in questo momento ci mancano i top, non i giovani. Speriamo il prossimo anno sia una rinascita, ma starei molto attento al campionato italiano".
"Siamo un gruppo affiatato. Ci siamo presentati con un po' di garra in più, non essere in Europa pesa e dà fastidio a tanti. Abbiamo lavorato intensamente, sarò sempre grato a questo gruppo anche per questo".
“Il ruolo degli attaccanti è molto vario, ma le squadre che vogliono migliorare il loro potenziale partono dalla capacità degli attaccanti. È stato così per le big, l’Inter con Lukaku, il Napoli con Osimhen, Abraham alla Roma, Juve e Milan. Se poi hai giocatori di valore in altri reparti tutto vale e tutto conta, per vincere alla fine bisogna fare gol e chi vince ha sempre gli attaccanti forti. Noi non abbiamo più i talenti di quando abbiamo vinto il Mondiale e penso che la ricerca di giocatori in quei ruoli faccia la differenza”