GASPERINI INTERVISTA ATALANTA SERIE A: Gian Piero Gasperini allenatore dell'Atalanta si racconta in un intervista tra passato, presente e futuro ai microfoni di Radio Serie A su RDS.
"La mia storia con l'Atalanta è meravigliosa, spero duri ancora a lungo, abbiamo raggiunto una dimensione importante. Questo è il mio ottavo anno, in Italia sono l'allenatore più longevo. Sono stato agevolato dall'aver trovato un ambiente in cui ci siamo consolidati a vicenda. C'è sempre stato un rispetto totale tra me e la proprietà. Sono cambiati gli obiettivi nel corso degli anni, le difficoltà sono aumentate. Difficile sopportarmi? Il calcio è una materia di confronto, non sempre si è d'accordo, ma si possono creare delle basi per crescere e migliorare. Abbiamo diversi confronti, ma qui ho trovato una proprietà fantastica.
Non ho mai fatto il conto, ci sono stati tanti giocatori ceduti a grandi cifre. Ho sempre pensato a quello che la società sceglieva, in modo da valorizzare al meglio i giocatori e la squadra. 500 punti nella mia gestione? Sono tanti, soprattutto per una società che per tantissimi anni non aveva superato i 50 punti in campionato. Si chiede essenzialmente grande professionalità e appartenenza, poi c’è l'aspetto tecnico.
"A un certo punto lui ha cominciato ad avere dei sintomi, non stava bene. Lì si è completamente isolato e non sopportava il fatto di non poter tornare a casa, soffriva della lontananza dalla famiglia. Da quel momento ha avuto delle difficoltà, noi gli siamo sempre stati vicino. Ricordo la partita di Valencia, dove fece quattro gol: era tra i migliori giocatori in Europa, avrebbe potuto vincere il Pallone d'oro. Quando dovevamo andare a Lisbona contro il PSG, la settimana prima ero andato a trovarlo in una clinica: aveva perso 10-12 kg…".
"Sì, c’è stato un momento in cui ero stato contattato da Marcello Lippi, ma poi fu scelto Ventura. Io mi sento più pronto per una squadra di club, anche se alla Nazionale non diresti mai di no. Oggi è faticoso, per chi è abituato ai club, allenare le nazionali, perché c'è una sovrapposizione di partite incredibile. Una volta la pausa delle nazionali era più corta, ora è un problema per i club, ma anche per le nazionali che non riescono a soddisfare le loro esigenze. Noi cerchiamo di adattarci preparando le partite in modo più veloce".
"Anni fa, quando ero ancora al Genoa, c'è stato un momento in cui sono stato vicino alla panchina bianconera. Erano altri dirigenti, non ho più avuto contatti diretti con la Juventus. Io sono sempre stato impegnato e sotto contratto, sia col Genoa sia con l'Atalanta; quindi, non mi sono mai trovato nella condizione di essere libero di poter andare in qualche altra società. Qui sto bene, siamo arrivati a giocare la Champions, non ho bisogno di andare da altre parti".
"Se questo è l’ottavo anno, è già un bel pezzo di vita. Non lo so, sono i risultati che determinano. La riconoscenza reciproca sarà a vita, quello sì. Quando smetterò? Non ci ho ancora pensato, mi piace allenare e stare in campo, sperimentando sempre. Continuerò fino a quando tutto questo sarà possibile".
"Ha voglia di recuperare il tempo che ha perso negli ultimi due anni. Ha potenzialità, speriamo di recuperare un attaccante di valore che in Italia non abbiamo da un po' di tempo. C'è lavoro da fare, però è un ragazzo che ha volontà".