GASPERINI MAEHLE ATALANTA INTERVISTA - Hanno fatto molto discutere le parole di Joakim Maehle rivolte a Gian Piero Gasperini. Il danese aveva definito allenarsi sotto il tecnico dell’Atalanta “una gestione dittatoriale, basata sulla paura”. Concorde con questa definizione Demiral, mentre Okoli e Kulusevski si erano detti contrari. È tornato sull’argomento lo stesso Maehle, al termine della sfida tra Danimarca e San Marino, finita per 4-0 a favore dei padroni di casa e con il difensore tra i marcatori. L’ex Dea dichiara che le sue parole sarebbero state travisate, complice un errore di traduzione. Queste le sue parole.
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"Sono un po' triste per come sono state tradotte. Ho parlato della traduzione con il mio ex fisioterapista giù all'Atalanta ed è stata tradotta completamente sbagliata. Non ho certo alcuna critica nei confronti di Gasperini. Penso che sia un grande allenatore e mi sono divertito molto negli anni trascorsi a Bergamo. Non era in alcun modo una critica, e sono sicuro che lo sanno, perché ero super felice di essere lì.
Critiche? Non erano critiche nei suoi confronti. Ho solo spiegato una situazione, e non era rivolta a Gasperini come allenatore. È un allenatore straordinariamente abile e ha ottenuto buoni risultati con le squadre che ha avuto”.
"Sono stato frainteso e tradotto male. Ho visto anche che c'erano alcuni che l'avevano interpretato nel senso che ero in prigione, e non l'ho detto affatto. Mi è stato chiesto se fosse un carcere e ho risposto: 'No, non voglio menzionare la parola carcere'.
Ci sono state molte reazioni da parte dei tifosi, ma lo capisco per come sono state tradotte le mie dichirazioni. Sono arrabbiato per il modo in cui sono state tradotte perché sono stato super felice del tempo trascorso a Bergamo. Ho imparato tantissimo da Gasperini, ovviamente lui è un allenatore diverso, ma mi sono divertito. È stato detto anche che non avessi libertà e pretendessi più tempo libero. Sono molto turbato dalla traduzione, dall'incomprensione e dal modo in cui i tifosi mi vedono adesso".