Ag. Folorunsho: "Trasferimento alla Dea? "Era tutto fatto, ma poi..."

15 Ottobre 2024
- di
Redazione AT
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Michael Folorunsho Giuffrida Atalanta
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GIUFFRIDA FOLORUNSHO ATALANTA - Durante la trasmissione A pranzo con Umberto Chiariello, in onda su Radio Crc, Mario Giuffredi, agente di Michael Folorunsho, ha rotto il silenzio sul mancato trasferimento del suo assistito all'Atalanta, una trattativa che aveva fatto parlare molto durante il mercato estivo. Giuffredi ha spiegato le dinamiche che hanno portato al fallimento dell'operazione, fornendo dettagli su ciò che è accaduto dietro le quinte e svelando alcuni retroscena inediti. "Era tutto fatto, ma poi qualcosa è cambiato all'ultimo momento", ha affermato l'agente, evidenziando come alcune decisioni societarie abbiano complicato il passaggio del centrocampista nigeriano.

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"Abbiamo rinnovato il contratto perché Conte lo voleva e puntava su Folorunsho. Il presidente ha eseguito, dunque club e mister hanno voluto Folorunsho, facendo un contratto importante. Poi dopo è successo qualcosa e la situazione è degenerata, nessuno ha capito la reale situazione. Una situazione gestita male da me, sicuramente ho qualche colpa io e qualche colpa anche il club. Le colpe ce l'abbiamo io e Manna, non il presidente, il giocatore e l'allenatore. Perché arrivò una proposta importante dell'Atalanta, da 15 milioni di euro, il Napoli avrebbe fatto una grande plusvalenza e quei 15 milioni servivano al Napoli per il mercato.

Il mio amico Manna si è fatto ingolosire dalla cifra, erano intasati e avevano bisogno di vendere per cominciare il mercato. Io ero stuzzicato dal farlo allenare da Gasperini. In più anche il ragazzo avrebbe guadagnato di più, nonostante il Napoli gli avesse fatto un contratto importante. Il problema è stato che abbiamo fatto tutto io e Manna, senza dirlo né a Folorunsho né a Conte. Poi l'affare è saltato perché si è fatto male Scamacca e l'investimento l'Atalanta doveva farlo su Retegui.

Folorunsho non sapeva niente, il giorno dopo l'ha appreso dai siti e mi ha chiesto. Io non potevo omettere tutto e glielo dissi. Ma Conte non c'entrava nulla. La colpa è nostra. Poi il giocatore ha cominciato ad avere un atteggiamento diverso e con Conte non puoi permettertelo".

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