INZAGHI INTERVISTA INTER ATALANTA - Un Inzaghi soddisfatto è apparso ai microfoni di DAZN ai quali ha concesso un' intervista e successivamente ha parlato anche in conferenza stampa a seguito di Inter Atalanta. Ecco quello che ha detto.
Sono davvero soddisfatto, sono felice. Ho fatto i complimenti ai miei ragazzi perché quella con l'Atalanta era la partita più importante di queste 18 in 57 giorni. Abbiamo dovuto preparare la sfida con la Dea in soli due giorni. Giovedì ho dato alla squadra un giorno di riposo perché i miei giocatori erano stanchi dopo la finale, siamo rientrati alle cinque e mezza del mattino. Abbiamo ascoltato poco e lavorato tanto, sono soddisfatto.
Ora serve riposare, abbiamo speso tanto e serve recuperare le energie, oltre a qualche infortunato. D'Ambrosio ha accusato qualche problemino stasera, ma sono cose normali. Speriamo di avere questi ragazzi a disposizione per la finale.
Milan la prossima settimana rinizierà a lavorare col gruppo, vediamo.
Mi sono complimentato, perché alleno dei ragazzi straordinari che 48 ore fa erano in campo. Sapevamo quanto fosse importante questa partita per la società e sono contento. L'avversario oggi era forte e i ragazzi hanno trovato energie che non pensavo avessero. Complimenti a loro.
Sensazioni del momento. Uno può avere delle idee, poi può cambiare tutto in un allenamento. Affrontiamo la squadra più forte del mondo e arriveremo alla sfida con fiducia. Proveremo a recuperare qualcuno e spero di averceli tutti, per l'ultima di campionato o per al finale.
Venivamo da 17 partite in 53 giorni, in neanche 2 mesi abbiamo fatto un girone. Dopo aver vinto un trofeo avevo timore di questa partita, perché ci avrebbe fatto fare un'altra settimana intensissima: l'Inter deve essere sempre tra le prime 4. Insieme si riescono a fare queste cose, quando non si lavora da squadra si hanno più difficoltà. Nel momento difficile qualcuno avrebbe potuto mollare, invece questi ragazzi non lo hanno fatto e gli ultimi 3 mesi sono stati straordinari.
Serenità, come ho sempre avuto in tutti i momenti. Bisogna lavorare e ascoltare poco, sia io che i ragazzi. Ci stanno le critiche, ma da gente che sa di calcio. Questo mi ha aiutato a capire che bisognava fare di più. Ho detto ai ragazzi di pensare solo a mettere trofei in bacheca.