MOURINHO CONFERENZA ATALANTA ROMA - Tutte le dichiarazioni di Josè Mourinho rilasciate al termine della sfida valida per la giornata 31 di Serie A tra Atalanta e Roma nell’intervista ai microfoni di DAZN e in conferenza stampa.
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“Non sono d’accordo. Con le nostre limitazioni abbiamo fatto un’ottima partita, non è ovviamente possibile togliere gli episodi alla partita, fanno parte della partita e possono deciderla. Sono stati veramente gli episodi, nel primo tempo abbiamo controllato la partita anche se non abbiamo creato tanto.
Il primo gol è un episodio: la palla arriva alla destra dove Tammy deve prendere un fallo e finire un’azione, non l’ha preso e dopo c’è un cross e abbiamo guardato palla e Pasalic ha fatto gol. Abbiamo cambiato giocatori, qualcuno era stanco. Dopo il 2-1 ho avuto la sensazione che c’era tanta partita per giocare, anche se mancavano 8 minuti. Di nuovo l’episodio decide la partita, ma io sono contento con i calciatori. Se sabato devo giocare io, gioco io, non c’è problema.
Questa è una squadra unita, nelle difficoltà siamo sempre insieme e penso che anche i tifosi, dei quali Francesco è uno dei più rappresentativi, sono sempre orgogliosi della squadra. Abbiamo finito in 9 e abbiamo preso un palo che sarebbe stato 3-2. Per me è difficile essere critico con la squadra, giochiamo nei nostri limiti e il risultato di oggi non dico che è ingiusto, perché quando sbagliamo paghiamo, ma come squadra e atteggiamento sono super soddisfatto".
“Penso che per ogni allenatore, quando manca qualcuno, è sempre un problema. Per noi è un grandissimo problema perché Smalling è Smalling, Diego si stava adattando molto bene e ora è fuori, per noi sarà durissima. Magari una sconfitta con il Feyenoord ci avrebbe dato una migliore condizione, ma sono triste per il risultato ma contento per il risultato".
“Si, i pali significano anche creare situazioni. Poi è sfortuna, poca efficacia. Gli infortuni sono dati dall’accumulazione delle partite. Chi ha giocato ha fatto una partita molto positiva, quando eravamo completamente nella partita, abbiamo preso quel terzo gol ma l’abbiamo preso tutti, non solo Rui, tutti".
“Tu sei il capitano (Totti ndr.), dammi del tu. Grazie per le tue parole, noi non possiamo fare i miracoli ma c’è il miracolo che è questa empatia tra questa squadra e tutti voi i tifosi. La gente capisce i principi di questa squadra, vinciamo, perdiamo, abbiamo infortuni, siamo sempre insieme. Per sabato magari tu ci potevi aiutare però forse avrei preferito Aldair…”
"Non mi preoccupa il calo di tensione. Non c'è niente da fare, l'unica cosa che si può fare è lavorare, quando si può farlo. Non abbiamo lavorato da giovedì a oggi, mi preoccupa quando i giocatori fondamentali non possono giocare. Smalling ad esempio lo è. Senza Smalling vedi quali sono i nostri risultati, vedi l'importanza di questo giocatore per noi. Per tanti non è un problema gigante, per noi lo è. Questi siamo noi, quelli che quando perde l'allenatore è fiero della squadra. Abbiamo perso per degli episodi che fanno parte della storia della partita, oggi abbiamo fatto qualche cambio obbligatorio. Anche con 9 giocatori abbiamo colpito il palo e per poco non riapre la partita, sono super contento, tutti noi stiamo facendo un lavoro sui nostri limiti, l'unica cosa che mi rende triste è il risultato".
"Prima di tutto sta male sull'adduttore, non ha avuto tempo per recuperare. Dopo il fallo di Palomino è rimasto come un giocatore in meno. È un problema traumatico, ma per Abisso non è successo niente. Ma non abbiamo perso né per il sole, né per l'arbitro. Smalling? Se non facciamo un comunicato ufficiale posso dire che non gioca col Milan".
"Si lavora, la squadra che gioca praticamente sempre a cinque è dura cambiare, lo abbiamo fatto contro la Sampdoria, ma non c'è tanto tempo per lavorare. È dura per noi, siamo arrivati a questa situazione dove potevamo stare fuori dall'Europa, sarebbero state sette partite senza nessun tipo di pressione. Potevamo stare soltanto in una delle due, la scelta è ovvia. Non riesco a fare delle scelte. Non sono cresciuto così come allenatore, sono cresciuto giocando con rose da 20-22 giocatori top dove un giorno giocava Benzema, l'altro Higuain. Dobbiamo pensare partita dopo partita, col rischio che non facciamo Champions o campionato, ma c'è anche il rischio di vincere l'Europa".