PAGELLE ATALANTA INTER- L'Atalanta perde in casa contro l'Inter nell'undicesima giornata della Serie A 2023/24. Una partita fisica, tosta, sotto la pioggia battente del Gewiss Stadium. Ecco i voti dei ragazzi di Gasperini nelle pagelle della redazione di Atalantalive.it.
MUSSO, 6- Fa quello che deve nelle conclusioni in porta dell'Inter: esce bene sugli avanti meneghini, appare sicuro tra i pali. Incolpevole nel gol di Lautaro, causa il rigore dello 0-1. Seppur con qualche attenuante, avrebbe dovuto usare meno veemenza in un'azione che pareva destinata a fondo campo. SFORTUNATO.
DJIMSITI, 6- L'Inter, quando spinge, fa male. Nonostante questo per lunghi tratti la difesa della Dea regge l'urto. Djimisiti fa il suo, senza infamia e senza lode. L'impressione è che, per un salto di qualità individuale, serva qualcosa in più. ATTENTO.
KOLASINAC, 6.5- Il migliore della difesa orobica. Un paio di letture in anticipo sugli attaccanti dell'Inter sono da mostrare alle scuole calcio. La partita è fisica e lui sguazza come un marinaio nel mare del Gewiss Stadium. SOLIDO.
SCALVINI, 5.5- Gioca non al 100% e si vede. Qualche buona chiusura ma, in generale, sofferenza. Soprattutto fisica, e ci mancherebbe. GIUSTIFICATO.
(TOLOI, 4.5- Un giocatore della sua esperienza non può entrare con questo nervosismo in corpo. Se la seconda ammonizione è quasi inevitabile, con l'Atalanta proiettata in avanti, la prima è di un'ingenuità disarmante. STOLTO).
ZAPPACOSTA, 6- Un paio di buoni spunti nel primo tempo fanno pensare che la sua presenza in campo sia veramente importante per l'Atalanta di Gasperini. Il campo non aiuta né la sua tecnica né la tenuta fisica. La partita, comunque, è sufficiente, tra qualche buon cross e il molto lavoro. UTILE.
(HATEBOER, 5.5- Non riesce a replicare la buona partita di Empoli. Ci prova, mettendo fisico e corsa al servizio della squadra in svantaggio, ma è impreciso. Un esempio? L'occasione che, in pieno recupero, avrebbe cambiato la storia della partita. E, forse, non solo... OPACO).
EDERSON, 5- Fa male. Alla squadra sbagliata. Deleterio l'errore con cui, di fatto, lancia Lautaro per lo 0-2. Per il resto del match ci mette impegno e fisico, ma sembra molto un "Vorrei ma proprio non ci riesco". RIMANDATO.
DE ROON, 5.5- Più impegno che lucidità. Il che fa ben sperare per il futuro. Una serata storta, soprattutto contro questa Inter, può capitare. Purtroppo per lui e per la Dea manca di lucidità soprattutto nella trequarti avversaria, vanificando un paio di occasioni interessanti. IMPRECISO.
RUGGERI, 5.5- Perde il confronto con il diretto avversario e si limita a un paio di palle interessanti servite a centro area. Fatica quando gli avversari trovano spazi sull'esterno. Non è certo tutta colpa sua, ma avrebbe potuto fare qualcosa in più. IN DIFFICOLTA'.
KOOPMEINERS, 5.5- Ingabbiato dal centrocampo dell'Inter. Vero è che le principali idee offensive dell'Atalanta partono dal suo cervello e dai suoi piedi ma, rispetto ad altre occasioni, fatica a ritagliarsi lo spazio decisivo per essere incisivo. CONTROLLATO.
(MURIEL, S.V.).
LOOKMAN, 7- Il più combattivo dell'Atalanta. Suo il recupero palla nel gol di Scamacca, suoi gli strappi a mettere in difficoltà la difesa meneghina. Il campo non lo favorisce, un velocista non è certo avvantaggiato dalla pioggia e un giocatore tecnico è certamente limitato da un acquazzone. Lui non ci fa caso e, finché può, dà tutto per la Dea. E lo fa piuttosto bene. INCISIVO.
(DE KETELAERE, S.V).
SCAMACCA; 6.5- Match difficile per lui, difficilissimo. Ciò nonostante non molla, lotta come un leone, con fisico e voglia. Bene in fase di sponda, bene in zona gol. Mette in cascina un'altra realizzazione e illude l'Atalanta con il gol che riapre la gara. PRESENTE.
GASPERINI, 6- L'Atalanta prova a tenere il campo contro una squadra che, come predetto dall'allenatore, pare superiore alla Dea. Non gioca male, subisce in qualche occasione, ma mostra grande carattere e capacità di mettere in difficoltà gli avversari. Forse troppo tardi. Un punto interrogativo, forse, sul cambio di Lookman ma, di certo, stanchezza fisica e condizioni del campo hanno giustificato tale scelta.
Martino Cardani